Pubblicata dal Ce.Mi.S.S. la mia ricerca sulle guerre per procura, uno strumento rischioso, per gli Stati che scelgono di utilizzarlo al fine di ottenere vantaggi dai conflitti degli altri, senza prenderne direttamente parte.
Scopo di questa ricerca è condurre un’analisi del concetto di guerra per procura,
ricostruendone l’evoluzione storica e lo sviluppo e analizzandone le modalità applicative dal periodo della Guerra Fredda a oggi quando è ormai diventata una caratteristica importante dei conflitti.
Nei prossimi capitoli si cercherà di rispondere alle seguenti domande: con quali
obiettivi è condotta una guerra per procura? Qual è il suo ruolo come strumento di politica internazionale? Quali attori la utilizzano? Come inizia una guerra per procura? Qual è il suo impatto sugli scenari di guerra? Come essere sicuri che il nemico del nostro nemico, poi, non usi le armi contro di noi? E, soprattutto, come finisce una guerra per procura?
Nel tentativo di riuscire a rispondere a quest’ultima domanda, si analizzerà
approfonditamente, per quanto possibile essendo ancora in corso, il conflitto siriano.
L’obiettivo finale perseguito è quello di acquisire una maggiore conoscenza del fenomeno e facilitare la scelta di risposte adeguate di carattere politico, diplomatico, militare, economico e sociale nei teatri nei quali la war by proxy è in atto.
Nel primo capitolo si analizza la letteratura esistente sulle guerre per procura, al fine di darne una definizione e distinguerne le varie tipologie.
Nel secondo capitolo se ne analizza la motivazione cercando di dare una risposta alla
domanda guida: perché gli Stati e gli attori non statali (ANS) decidono di partecipare
indirettamente alle guerre degli altri? Basta da solo il realismo per spiegare le guerre per
procura? La risposta è che oltre all’”interesse” dello Stato, la guerra per procura nasce da
motivazioni ideologiche e da un’analisi del rischio non favorevole all’intervento diretto,
soprattutto per il pericolo di escalation.
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